Febbraio 28

La socialità asociale

Ripubblichiamo di seguito questo interessante post tratto dall’ottimo blog il lavoro culturale.

Il secolo psicologico: prodromi di una nuova socialità senza sociale

di Riccardo Ierna

Nel 1982 uscì presso la Feltrinelli un piccolo volumetto dal titolo: “Verso una società relazionale. Il fenomeno “psy” in Francia” [1]. Si trattava di una raccolta di saggi del sociologo francese Robert Castel, intorno a quello che sarebbe divenuto un tema prevalente nel dibattito culturale e politico a cavallo tra la fine degli anni 60’ e la fine degli anni 70’: l’evoluzione e la collocazione della psicoanalisi, della psicologia e delle tecniche psicologiche nella società contemporanea. L’analisi di Castel si inquadrava in un più ampio filone critico di ricerca, che imponeva una riflessione profonda sulla scorta dei profondi mutamenti sociali e culturali dal maggio ’68 in poi. Esso faceva da sfondo alle lotte antiautoritarie, alle esperienze di deistituzionalizzazione e di critica alla medicina e alla psichiatria, che avevano animato quella stagione, culminate nella promulgazione di importanti provvedimenti legislativi in grado di modificare il quadro normativo in tema di salute pubblica.

Febbraio 25

Sulla privatizzazione dell’educazione

Jerome Roos è un valente ricercatore all’European University Institute di Fiesole. Il suo blog, ROARMAG, racconta con passione e competenza le rivolte globali, dagli Indignados a Occupy passando per la Grecia e oltre. Recentemente ha ospitato questa riflessione di Sajjad Ali Malik in cui viene proposta una sfidante contrapposizione ideale sul tema dell’educazione globale. Mi sono permesso di tradurla e ve la sottopongo. Il contributo originale è qui. (giovanni paci)

Freire o Friedman? In difesa dell’educazione critica.

di Sajjad Ali Malik

L’istruzione è un concetto con cui ci confrontiamo, in qualche modo, direttamente o indirettamente, ogni giorno. Esso è stato a lungo considerato il “proiettile d’argento” per affrontare le ingiustizie più diffuse nella società: la povertà, la criminalità, il razzismo, il patriarcato, la disuguaglianza socio-economica. La nostra interazione con l’educazione è influenzata, e varia, in base ai tentacoli dei rapporti di potere: classe, etnia, genere, geografia ed esperienze di vita.

Febbraio 10

Post-democrazia

In una breve intervista apparsa su uno dei blog della London School of Economics, il Prof. Colin Crouch, della Warwick University, spiega come siamo ormai in una post-democrazia ovvero in una democrazia che conserva le sue caratteristiche formali ma che è in realtà una vera e propria tecnocrazia. Per il professore, la crisi, invece di mettere in discussione il ruolo delle elites tecnocratiche, lo rafforza.

Da leggere: http://blogs.lse.ac.uk/europpblog/2013/02/09/five-minutes-with-colin-crouch-a-post-democratic-society/

Febbraio 5

The Smart Way to Manage a Large Research Project

by EVA LANTSOGHT

via nextscientist.com

Setting up a system to manage your project, to help you keep on the path while roaming through the forest, is as critical to success as your analytical capabilities. Unless you have experience in project management, this skill is something you will learn while working as a researcher.

We don’t want you to learn only by trial and error. This is why we give you some tips on how to manage a large research project and take your research onto the fast lane.

While there are seemingly as many methods to manage a large research project, the general ideas of a solid system are the same.

Febbraio 2

L’importanza della valutazione in ambito sociale

di Giovanni Paci

pubblicato su UIDU – il network socialmente utile

Pur all’interno della più ampia famiglia della valutazione delle politiche pubbliche, la valutazione in ambito sociale assume alcune proprie peculiarità, sia con riferimento al contesto che al metodo. Il tema è rilevante per le organizzazioni non profit.
La crescita della sensibilità nei confronti della valutazione, che sta caratterizzando i protagonisti del sistema integrato dei servizi, deriva infatti anche dalla necessità, che i vari soggetti hanno, di uscire dalla marginalità e dalla scarsa considerazione che chi opera in questo ambito, decisivo per lo sviluppo e il benessere complessivo di una comunità, ha sempre avuto.

Negli ultimi decenni si è infatti assistito a una crescita di professionalità nel settore, allo sviluppo di iniziative innovative, alla creazione di legami transnazionali, che hanno portato una ventata di modernità negli approcci e nelle pratiche a cui con difficoltà corrispondono riconoscimenti di “status”. La valutazione, allora, è stata intesa anche come strumento di emancipazione e valorizzazione di buone pratiche da parte dei protagonisti della crescita del sistema di welfare.