Gen 5

2017 | Percezione e rappresentazioni sociali della discriminazione nel territorio pistoiese

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Committente: Comune di Pistoia
Consegna: 2017
Tipologia: Indagine campionaria / Indagine non standardizzata testimoni privilegiati / Indagine quanti-/qualitativa sulla percezione, esperienza, rappresentazioni sociali
Realizzazione a cura di: Poieinlab Associazione culturale

Progetto: SPREADING YOUNG NON-DISCRIMINATION GENERATION – SPRYNG

PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELLA DISCRIMINAZIONE NEL TERRITORIO PISTOIESE

La vita sociale è intrinsecamente caratterizzata da paradossi. Uno di questi è che, una volta focalizzato un problema, i dati esplorativi che si ricavano per ulteriori approfondimenti e ricerca di soluzioni mostrano immancabilmente come la questione sia tanto più percepita quindi, – ad una prima impressione, tanto più apparentemente grave e diffusa – quanto più essa è da tempo oggetto regolamentazioni e interventi di contenimento, e viceversa come quella problematica sembri meno grave proprio in quei contesti, invece, nei quali meno si è fatto ed essa assume in realtà tratti maggiormente preoccupanti.
Uno dei casi classici di questa tipica contraddizione è costituito dai fenomeni di discriminazione di diversa natura: di genere, di orientamento sessuale, di appartenenza religiosa e/o culturale, di appartenenza generazionale o di quella a gruppi svantaggiati come le persone disabili e non autosufficienti. Quanto più ad esempio le pari opportunità per uomini e donne nel mondo lavorativo sono garantite da legislazioni ad hoc o da azioni politiche di tipo positivo (tese a favorire una categoria reputata più marginale, e questo a detrimento, in senso stretto, del principio di uguaglianza di trattamento), tanto più gli indicatori di “iniquità” fanno registrare valori tendenzialmente più elevati rispetto a quelli rilevati in situazioni nazionali o territoriali dove gli interventi in tal senso sono ancora in forte ritardo. Le difficoltà di integrazione e di riconoscimento di comunità migranti appaiono allo stesso modo maggiori in quelle regioni che più si sono sforzate di farsene carico che non in quelle nelle quali l’incontro fra stranieri e autoctoni è lasciato tendenzialmente agli scambi e alle relazioni informali.
Il paradosso è tuttavia solo apparente. Quanto più la regolamentazione è puntale, tanto più essa si
accompagna ad una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica, dunque ad una sua maggiore
capacità di riconoscere situazioni a rischio e di sollecitare ulteriore impegno e conseguenti scelte e
decisioni. Non solo ma questa più profonda “suscettibilità” si traduce spesso, sul piano dei valori e degli atteggiamenti, in un maggior pessimismo e in una più elevata preoccupazione. Così come – là dove le cose sono date più per scontate perché meno discusse e messe a tema – gli orientamenti manifestano un più alto ottimismo, comunque, una minore coscienza delle forme nascoste che il fenomeno assume in quella particolare area territoriale.

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