di Giovanni Paci
Pubblicato su demoKrazy.
La Banca d’Italia ha appena diffuso uno studio sull’insieme dei comuni italiani che analizza i loro bilanci, per il periodo dal 1998 al 2006, con particolare riferimento al periodo antecedente le scadenze elettorali. Il lavoro è particolarmente innovativo perché questo tipo di studi, finora, si era limitato al livello nazionale. Inoltre, per la prima volta, si analizza il fenomeno distinguendo tra l’operato dei sindaci appartenenti a partiti nazionali e quelli appartenenti a liste civiche. I risultati mostrano che:
– la spesa pubblica è più elevata all’approssimarsi delle elezioni comunali;
– i maggiori esborsi riguardano le erogazioni per investimenti;
– l’incremento è particolarmente pronunciato nel caso in cui il sindaco in carica appartenga a una lista civica.
Lo studio quindi analizza se queste spese aumentino o diminuiscano la possibilità del sindaco in carica di essere rieletto arrivando alla conclusione che per i sindaci eletti in liste legate a partiti politici nazionali la correlazione non esiste mentre un effetto positivo si registra nei confronti dei sindaci legati a liste locali.
Le motivazioni addotte dai ricercatori sono che i partiti nazionali hanno maggiore interesse delle liste locali a mantenere una “buona reputazione” perché devono giocare su un più ampio numero di elezioni nel lungo periodo mentre le liste locali non hanno questa preoccupazione. Inoltre, i partiti nazionali hanno risorse proprie ingenti, soprattutto rispetto alle liste locali, che rendono meno importante l’utilizzo della leva della spesa pubblica a fini elettorali.
Infine, un’altra conclusione a cui arriva la ricerca è che “il ciclo elettorale non appare essere influenzato dalla rieleggibilità o meno del sindaco in carica”.
E’ possibile scaricare il documento qui (in inglese).